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Living Abacus: libertà di innovare

Nel cuore della Svizzera, a pochi chilometri dal magnifico Lago di Costanza, si trova la sede centrale di Abacus, una realtà dove l’innovazione non è solo un obiettivo ma un atto culturale. Insieme alle filiali di Thalwil e Bienna, la sede di Wittenbach - San Gallo, rappresenta il mondo Abacus, contraddistinto da un modello culturale creativo e centrato sulla persona che per certi aspetti ricorda la visione di big come Google o Apple, per citare i più noti.

 

Leader nella creazione di business software, Abacus nasce negli anni Ottanta dalla passione di tre studenti dell’Università di San Gallo e da subito sviluppa un approccio aziendale molto particolare, fondato sullo scambio di idee e sulla comunicazione “no limits”.

San Gallo

la sede storica

 

 

La sede storica, edificata 18 anni fa a Wittenbach nel Canton San Gallo, è uno scenografico edificio a specchi che abbracciano il cielo in tutte le sue sfumature, variando dal blu al verde in base alla luce del giorno. Costellato da terrazze panoramiche e aree di condivisione, l’edificio ha un impianto fluido che invita allo scambio senza definire in modo rigido i confini tra zone di svago e spazi lavorativi.

 

Al suo interno racchiude diversi interventi architettonici che le conferiscono un aspetto vivacemente eclettico raccontando, attraverso un’assoluta libertà, differenti flussi di pensiero che scorrono tra le pareti mescolandosi continuamente. Ne risultano ambienti confortevoli e non convenzionali, immaginati per essere vissuti tutto il giorno in modo flessibile a seconda delle necessità. Vista dall’alto la pianta dell’edificio ha una forma semicircolare che ricorda un teatro classico, al centro dei due lati svetta una piramide vitrea che copre parte della hall interna.

 

Entrando in Abacus si percepisce immediatamente un mood non convenzionale, a partire dalla coloratissima porta scorrevole in vetro di Murano che invita all’ingresso. Progettata dall'architetto Gabriele Cavazzano sembra avere la funzione di introdurre più che di separare, quasi come una quinta teatrale che si apre sulla hall, il cuore pulsante di Abacus.

 

Caratterizzata da una divertente colonna scultorea rossa, la hall è un continuo movimento di persone che la attraversano o vi sostano, magari per un caffè o per confrontarsi su un progetto. Il tetto piramidale in vetro, attraversato dalla luce naturale, offre uno spettacolo di luci e ombre che conferiscono una grande dinamicità e piacevolezza all’ambiente.

 

 L’isola bar, intenzionalmente collocata al centro della sala e sottolineata da colonne luminose che riprendono i motivi decorativi in corten a parete, è un’area di incontro perfetta per un momento di relax o una chiacchierata informale. Per una sosta prolungata si possono invece scegliere i comodi divanetti che contornano il bar, spesso utilizzati dai collaboratori per condividere idee o confrontarsi su qualche progetto particolare. Separate da una vetrata che spezza il suono, le salette didattiche offrono quotidianamente sessioni di formazione e aggiornamento sui nuovi software e sul loro utilizzo.

 

Dal corpo centrale, attraversando due porte vitree gemelle che riprendono quella di ingresso, è possibile accedere alle aree riservate agli uffici. Tra lunghi corridoi, scenografici incroci di scale e pareti colorate si raggiunge il piccolo bar panoramico situato all’ultimo piano. Dalla vetrata interna e dall’ampia terrazza è possibile godere del magnifico spettacolo naturale offerto dal Lago di Costanza o, magari, scaricare i pensieri con una partita di calcetto.

 

Tornando al piano terra e attraversando l’edificio si scende verso il seminterrato, dove si trovano un Auditorium, una sala fitness attrezzata e il ristorante italiano Il Covo, con un locale riservato ai collaboratori e una pizzeria separata anche per i clienti esterni. Risalendo al piano terra si trova invece Il Segreto, salottino gourmet aperto al pubblico che offre un’invidiabile proposta culinaria a cura del giovane e talentuoso chef Martin Benninger, premiato con la stella Michelin.


Al Covo

il ristorante italiano

 

Caratterizzato da un mood informale e curato Al Covo si divide in due ambienti, uno più fresco e spiritoso, riservato ai lunch-break dei collaboratori interni, e uno più caldo e tradizionale che ricorda una trattoria contemporanea, aperto anche al pubblico. L’interior design, curato dall’architetto Silvio Stefani, ha interpretato le due anime del locale creando un dialogo tra gli ambienti, diversi ma comunicanti. L’ampia sala riservata ai collaboratori Abacus ha un appeal più giovane, con tonalità che abbracciano varie sfumature di grigio abbinate a panche in legno naturale, botti che servono da tavolini d’appoggio nella zona del buffet e una parete a lavagna decorata con ricette scritte a mano e schizzi in tema. Regina della sala è un’Ape car bianca, utilizzata come elemento decorativo caratterizzante o per allestimenti particolari. 

Una libreria essenziale funge da divisorio ideale tra il banco di servizio e la sala da pranzo, arredata con lunghe tavolate pensate per ospitare più gruppi di persone. L’illuminazione è affidata a un mix di lampadine di design e luce naturale proveniente dal grande lucernario circolare a soffitto, dal quale scende una scenografica composizione di piante a cascata. Altre piante decorative posizionate a terra danno un tocco botanical all’ambiente, rendendolo particolarmente accogliente e stiloso. All’ingresso della sala si trovano altri due ambienti dalla forte connotazione simbolica: il primo adibito a cantinetta, con un tavolo riservato e un’ampia scelta di etichette tra cui scegliere, e il secondo dedicato alla produzione della pasta fresca, poi proposta nei menù giornalieri. 

 

la Pizzeria

 

Una grande macina in pietra, posizionata come una scultura che allude alla materia prima e al lavoro dell’uomo, distingue l’ingresso della seconda sala de Il Covo, aperta anche al pubblico. L’ambiente si presenta come un’allegra trattoria italiana, con un grande forno a legna per la pizza posizionato al centro della sala come un palcoscenico da cooking show. I colori dominanti vanno dal rosso al nero al grigio piombo, mentre il legno diventa protagonista delle pareti abbellite da un originale pattern di tronchi tagliati e accorpati tra loro.

 

Le colonne in mattoni faccia a vista seguono le pareti perimetrali creando delle panche dal sapore rustico arricchite da cuscini colorati. Anche in questo caso l’illuminazione proviene parzialmente da un secondo lucernario a soffitto, con piante a cascata, al quale sono stati aggiunti diversi punti luce artificiali per rendere ancora più accogliente e caldo l’ambiente. Durante la bella stagione è possibile pranzare nella terrazza esterna che affaccia sul giardino estivo.

 

Al Covo | Portraits

 


Il Segreto

salottino gourmet

 

Con il suo mood da salottino chic e la cucina stellata, Il Segreto è una vera chicca per un pranzo ricercato o una cena romantica. Con la terrazza coperta che affaccia direttamente sul giardino, il locale è un luogo davvero perfetto in tutte le stagioni. Dietro la porta d’ingresso, con una serratura che ricorda un baule del tesoro, Il Segreto si rivela in tutto il suo fascino. Con pareti materiche scure abbellite da specchi antichi, candele e piccole sculture delicate, l’interior design è fatto di mille dettagli curati con gusto. Tra eleganti tappezzerie ton-sur-ton, poltrone e maxi divani in velluto, tocchi floreali e piante aromatiche, spiccano le tovaglie candide che definiscono una mise en place da ristorante di alto livello.

 

La ricercata sovrapposizione di tappeti délavé posizionati sui pavimenti in pietra naturale, conferisce un tocco di colore che scalda l’ambiente senza invadenza creando un’atmosfera davvero speciale. In questo ambiente la cucina di Martin Benninger si esprime al meglio, grazie a un menù stagionale che predilige i migliori prodotti locali rivisitati in chiave contemporanea, con qualche incursione nella migliore tradizione mediterranea. Lo Chef vanta esperienze importanti, da Schaffhausen a Los Angeles, da Roma ad Aschau im Chiemgau, che l’hanno portato a sviluppare una sua personalissima chiave di lettura sul mondo gourmet, dove convivialità e condivisione sono gli ingredienti principali di una degustazione che punta a coinvolgere tutti i sensi. 

Il Segreto | Portraits

 


San Gallo

la nuova sede

 

L’edificio, progettato da Gabriele Cavazzano di fronte alla sede storica, si presenta come un complesso moderno, dalle forme pulite e essenziali che rileggono il corpo centrale in una chiave più lineare. Costituito da due sezioni, collegate tra loro da una passerella sospesa, si sviluppa in tre livelli che giungono fino alla terrazze panoramiche. Varcando la soglia dell’ala destra, ci si trova in un ambiente completamente nuovo rispetto agli eclettici mix architettonici del corpo centrale, ricco di suggestioni differenti. Più materico, l’edificio gioca sull’utilizzo del cemento esposto che, come una tela bianca, viene sdrammatizzato dalle colorate incursioni artistiche di Tony Gallo. Gli interventi di interior design, affidati all’estro di Silvio Stefani, prediligono l’utilizzo di materiali semplici, come il parquet naturale a terra, il cocco per gli elementi circolari a soffitto e le armadiature a muro, le listarelle di cemento per i pavimenti esterni.

  

Le scale offrono uno spettacolo mutevole, dalle resine a pavimento che cambiano colore da un piano all’altro, alle foglie colorate disegnate da Gallo, alle bellissime grate in corten con portavasi pensati per accogliere delle piante decorative. In ogni piano si apre un lungo corridoio a doppia esposizione sul quale si affacciano gli uffici e, a seconda del piano, fontane per l’acqua, punti di ristoro per un caffè veloce o schermi da presentazione accompagnati da divertenti mini-pouff colorati. Sulle vetrate che insonorizzano gli uffici si leggono stralci de Il Piccolo Principe che, come un sottile fil-rouge ispiratore, accompagna le giornate di chi vive questi spazi. In generale si percepisce un’atmosfera piacevolmente rilassata, giovane e informale, propria di chi vive il luogo di lavoro come uno spazio progettuale aperto, di contaminazione. 

 

Nella zona esterna che, come una piccola piazza, si trova tra i due corpi dell’edificio è stata posizionata un’isola verde in acciaio corten con sedute ricavate da autentici tronchi d’albero pensati per una sosta all’aria aperta, con vista sul bosco antistante. Il fondo della passerella sospesa che collega i due edifici è stato invece abbellito da un poetico intreccio di fiori e foglie realizzati a mano da un artigiano balinese utilizzati anche per i nuovi interni dell’ala sinistra.  Otre agli uffici, infatti, questa ospiterà una stupefacente concert hall, in fase di completamento, un punto ristoro all’ultimo piano e un bar diffuso all’ingresso per ospitare i collaboratori e i loro invitati. 


Thalwil

la sede sul lago

 

 

La sede Abacus di Thalwil, cittadina svizzera sul suggestivo Lago di Zurigo, si trova a meno di mezz’ora di treno dall’omonimo aeroporto, noto per essere il migliore d’Europa nonché uno dei più grandi. La filiale è inserita all’interno di un contesto moderno e polifunzionale, che ospita diverse sedi aziendali e un ampio centro congressi.

 

L’interior design, curato dall’architetto Silvio Stefani, è un equilibrato mix di forme e materiali che creano un’atmosfera accogliente e ricca di personalità. L’ingresso si apre su un luminoso spazio centrale di grande respiro che, come una piccola piazza, si offre per una sosta nella zona bar. Una palette di colori avvolgenti e naturali lascia spazio a qualche tocco brillante, lasciato a particolari come le poltroncine o i morbidi pouff tondeggianti che invitano a una sosta.

L’isola bar, caratterizzata dalla presenza di uno scultoreo bancone in acciaio nero che nelle sue forme dinamiche ricorda un’opera di Boccioni, è uno spazio accogliente progettato per essere vissuto come un’area conviviale sia dai collaboratori sia da eventuali visitatori. La vetrata panoramica da cui è possibile ammirare il lago invita a godersi questo spazio con i propri tempi, per un caffè veloce o una chiacchierata di confronto tra colleghi. La reception in legno chiaro si inserisce armoniosamente nell’ambiente, diventando parte integrante dello spazio e delle dinamiche visive e materiche che lo definiscono.

 

 

Da questa zona deputata all’accoglienza, sulla quale affacciano anche gli uffici direzionali, si sviluppano due corridoi che portano alle varie working station e alle sale meeting. In linea con la fluidità degli spazi che caratterizza le altre sedi Abacus, anche a Thalwil le pareti degli uffici sono in vetro, sottolineate da una serie di quinte colorate e polimateriche che creano un’atmosfera di riserbo senza frammentare gli ambienti. Per un lunch break veloce è stata creata un’intima dining room provvista di frigorifero. 


Bienna

le due anime della Svizzera

 

Situata all’interno di un affascinante edificio storico, che precedentemente ospitava le poste, la sede Abacus di Bienna si trova nella parte nuova della città a un passo dalla stazione centrale. La città, parte del cantone di Berna, vive di due anime: quella tedesca, derivante dall’insediamento nell’area degli Alamanni tra il VI e il VII secolo, e quella francese, risalente agli esiti della Rivoluzione Francese che ne cambiò gli assetti politici dando origine al suo attuale bilinguismo.

 

Cuore produttivo dell’industria orologiera svizzera, Bienna conserva un interessante centro medievale ai piedi delle montagne di Jura, dove si trova anche la Chiesa di St.Benedict, il secondo edificio tardo-gotico più importante della Svizzera.

L’imponente sede postale originariamente ospitava più di 2600 collaboratori suddivisi tra i vari piani dell’edificio che si sviluppava a corridoi intorno a una grande corte centrale, successivamente pavimentata per ampliare la superficie dei piani. Attualmente l’intervento è ancora visibile osservando le pareti interne, che terminano in modo asimmetrico nella parte superiore. Abacus Bienna nasce con uno spirito da start-up, evolvendo continuamente il proprio assetto in base alle esigenze di un doppio mercato, francese e tedesco. La sede, che conta circa 35 collaboratori, si occupa di sviluppo, ricerca, consulenza e supporto in modo trasversale e flessibile. All’ultimo piano dell’edificio, attualmente in fase di ristrutturazione, verrà creata l’area co-working di AbaNinja, uno dei progetti software Abacus dedicato alla digitalizzazione delle pratiche amministrative. Questo nuovo spazio, costituito da un ampio rooftop coperto ricavato proprio dalla pavimentazione dell’antica corte centrale, sarà dedicato all’accoglienza dei team AbaNinja con working station, aree relax e delle room di appoggio per i collaboratori. 

 L’intervento di ristrutturazione della sede, terminato nel 2012, ha saputo valorizzare l’anima storica dell’edificio mantenendone intatte le caratteristiche architettoniche e creando al suo interno degli spazi lavorativi moderni e funzionali. Un felice incontro tra antico e contemporaneo che nell’interazione tra materiali, forme e colori, valorizza entrambe le componenti senza prevaricazioni. Come un’affascinante contenitore, ricco di suggestioni, l’edificio accoglie i diversi uffici, separati da pareti leggere in vetro e acciaio che ricordano gli edifici industriali di fine Ottocento.

 

La luce è protagonista, grazie alle cinque grandi finestre d’epoca che si aprono sull’area comune illuminando il maxi tavolo in legno naturale che introduce alla zona bar, posizionata su una pedana in legno scuro leggermente sopraelevata. Uno spazio che invita alla condivisione, diventando all’occorrenza un’area meeting non convenzionale e di grande fascino. La scelta dei colori fa da trait-d’union con le altre sedi Abacus, utilizzando tonalità calde e naturali che movimentano gli spazi in modo efficace ma sobrio creando un’atmosfera accogliente e piacevole. 


L'innovazione 

il cantiere come trasformazione creativa

 

 

“ Lei è l’orizzonte […] A cosa serve l'utopia? Serve proprio a questo: a camminare”.

Eduardo Galeano

 

Nel mondo Abacus ogni soluzione, anche architettonica, viene adottata con l’obiettivo di stimolare le relazioni tra le persone, gli scambi di idee e dunque, in ultima analisi, la creatività più pura. Se l’innovazione è figlia dell’intuizione, creare un ambiente ricco di stimoli e di opportunità di confronto è senza dubbio un approccio intelligente, che oltrepassa la semplice produttività per puntare a un risultato più completo e duraturo che coinvolge direttamente il capitale umano. 

 

Con un sguardo illuminato su un futuro possibile, la filosofia di Abacus ricorda per certi versi il pensiero dei grandi maestri del Novecento, da Frank Lloyd Wright e la sua architettura organica, al pensiero di Gio Ponti che perseguiva la bellezza come principio di vita, come cultura del vivere. In quest’ottica appare chiaro come una rottura delle convenzioni sia necessaria e come quelli che possono sembrare solo esercizi estetici siano in realtà atti consapevoli di cultura, in un ambiente dove la bellezza è per tutti, ma soprattutto, di tutti. Non a caso in Abacus le zone panoramiche, gli scorci più belli, corrispondono alle aree comuni affinché tutti ne possano godere senza privilegi o gerarchie.

 

Il potere trasformativo della creatività, che permette di rivelare una nuova anima delle cose, è la lezione che si apprende osservando la vita in Abacus e le intenzioni che si materializzano passo dopo passo nei nuovi progetti. Questo infine è il vero significato di innovazione: una nuova chiave di lettura, un nuovo sistema, un progresso positivo tecnologico e sociale.

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Commenti: 2
  • #1

    Paola Andreotti (mercoledì, 22 gennaio 2020 14:18)

    Buongiorno
    Articolo bellissimo. Posso condividerlo?
    Un saluto
    Paola Andreotti

  • #2

    Clara (mercoledì, 22 gennaio 2020 15:04)

    Buongiorno Paola, sono felice che l'articolo su Abacus le sia piaciuto. Per la condivisione ovviamente nessun problema, anzi mi fa molto piacere.
    Un saluto e grazie!